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ROMA BY NIGTH 20 Giugno 2015 |
Roma,che dire, semplicemente eterna! Come la definiti l’imperatore Adriano. Lui della capitale scriveva: “Altre Rome verranno e io non so immaginare il volto; ma avrò contribuito a formarlo….Roma vivrà. Roma non perirà che con l’ultima città degli uomini“. L’ambizione e l’arduo compito di immortalare la città passando dalla maesta dell’antico Colosseo alla santità del cupolone di San Pietro, passando per il centro storico, si può dire raggiunto anche se abbiamo dovuto eliminare qualche tappa intermedia. Il meteo non prometteva buone cosa, ma al nostro arrivo ci siamo trovati di fronte un cielo azzurro con qualche nuvole o molte, moltissime pozzanghere nostre alleate durante tutta la notte. Il giardino degli aranci si è rilevata la cornice ideale per il tramonto (incredibile prospettiva più ci si allontanava dalla terrazza più sembrava avvicinarsi la cupola) e per l’incontro, bizzarro, di un gruppo di ragazze in tenuta Hippy, con a seguito glorioso furgone Volkswagen T2, per l’addio al nubilato di una sposa ventiduenne non troppo convinta; mentre il buco della serratura con vista del cupolone si è rivelato più difficile del previsto da fotografare. Dopo l’abbondante cena romanesca e un mitico “Cacio e pepe”, al quartiere Monti, è stato difficile lasciarsi alle spalle il Colosseo con i suoi mille spunti che con grandangolo, le pozzanghere e le scie luminose è stato il top. Proseguendo lungo l’itinerario, previsto, in un centro storico, abbastanza vuoto, ci si è imbattuti prima in simpaticissimi vigili urbani che voleva farci pagare l’occupazione del suolo pubblico (vabbè che eravamo al Pantheon) e poi in una coppia di giovani sposi (Napoletani) con fotografi a seguito in Piazza di Spagna alle 3 di notte! Dopo esserci mescolati, sulle scale di Trinità dei Monti, con gli sposi e due ragazze Americane secondo le richieste del fotografo professionista (pare avesse problemi con l’autoscatto della D810 di Lauretta) ci siamo diretti verso il lungo Tevere Prati per immortalare sempre più da vicino Castel Sant’Angelo e Piazza San Pietro. Memorabile le sfumature di blue fino al sorgere del sole ammirate come memorabili sono stati i servizi e la colazione dell’unico bar in zona aperto alle 5:35 del mattino. Parafrasando l’imperatore possiamo dire che altre notturne ci sono state, altre verranno, ma Roma vivrà indimenticabile nel ricordo dei soci Carpe Diem che ne hanno fatte parte.
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